Ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, i Nonino scoprono che i più rappresentativi, Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe, sono in via di estinzione, essendone vietata la coltivazione. Ad essi si aggiunge la Ribolla gialla. Con lo scopo di stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani dagli organi nazionali e comunitari, e preservare così la biodiversità del territorio, istituiscono il Premio Nonino Risit d’Aur (Barbatella d’Oro) da assegnare annualmente al vignaiolo che abbia posto a dimora il miglior impianto di uno o più di questi vitigni e una borsa di studio, da assegnare annualmente al miglior studio di carattere sia tecnico sia storico, relativo ai suddetti vitigni.
La Giuria è composta da Luigi Veronelli, Orfeo Salvador (Presidente Centro Regionale per la viticoltura e l’enologia del Friuli Venezia Giulia), Antonio Calò (Direttore istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano), Ruggero Forti (Presidente nazionale e regionale vivaisti), Amelio Tubaro (Direttore della produzione agricola assessorato all’agricoltura) ed Ennio Nussi (Direttore Centro Regionale per la viticoltura e l’enologia del Friuli Venezia Giulia).